Il Covile | | | | |

Dal volume, A Theory of Architecture (2006) di Nikos Salìngaros.


Ornamento e scrittura


Per gentile concessione dell'autore riproduciamo il paragrafo 8 del capitolo The Sensory Necessity for Ornament
[traduzione di Stefano Silvestri]


L’informazione complessa indotta dagli ornamenti è nettamente distinta dal significato letterale, così come codificato da lettere e simboli grafici. L’ornamento non comunica un messaggio in modo esplicito, quanto trasmette è ugualmente importante, utilizzando un linguaggio diretto al nostro subconscio. Prenderò come esempio i caratteri tipografici ad illustrare tale differenza. Quando si intagliarono a mano i primi caratteri tipografici, l’obiettivo era quello di ottenere la massima leggibilità, con un processo guidato da considerazioni estetiche. Si trattava di caratteri con grazie (ossia in cui le linee aperte terminano con un puntino o una T), simili agli attuali caratteri tipografici Times e Garamond, che si presentano come i più gradevoli alla vista.


Con l’introduzione di caratteri radicalmente nuovi all’inizio del ventesimo secolo si conferma che eliminando gli elementi ornamentali (grazie) viene anche meno un livello di significato. I caratteri senza grazie quali l’Helvetica si sono diffusi grazie anche al design modernista del Bauhaus. Venivano scelti per la loro semplicità matematica. Si è scoperto in modo sperimentale, però, che i caratteri tipografici senza grazie peggiorano la leggibilità. La reazione delle persone a questi caratteri resi completamente spogli, “smontati”, fu fortemente negativa; a tal punto che la prima forma di caratteri tipografici senza grazie venne denominata “grottesca” dalla stessa fonderia Berthold, che li introdusse commercialmente (dai caratteri senza grazie Berthold Akzidenz-Grotesk sono derivati i caratteri Helvetica).

La veste tipografica e la formattazione del testo dovrebbero costituire la più semplice interfaccia tra l’informazione codificata nel testo e la mente del lettore. Ogni elemento visivo dovrebbe teoricamente facilitare la trasmissione del messaggio contenuto nel testo. Un qualsiasi “design” imposto, con elementi visivi o idee estranee al contenuto del testo, semplicemente degrada una simile trasmissione. È il caso purtroppo di molti caratteri tipografici moderni, dove l’apparenza visiva “contemporanea”, caratterizzata da caratteri senza grazie, inchiostro grigio e paragrafi non separati da spazi o rientri, prevale sull’informazione presente nel testo. Al contrario, i caratteri tradizionali e la formattazione si sono evoluti avendo come fine la leggibilità ottimale e il benessere psicologico del lettore, per consentire una lettura priva da distrazioni visive o emotive. L’insieme di queste tecniche facilitano la trasmissione del messaggio testuale e ancor più consentono una esteticamente affascinante complessità visuale.

Il passaggio dai caratteri con terminazioni (grazie) ai caratteri tipografici senza grazie mostra chiaramente quale sia la funzione dell’ornamento nel rendere la forma più chiara, più marcata, e quindi più distinguibile. I caratteri tipografici classici con grazie instaurano in profondità un collegamento emotivo positivo con il lettore. Altrove illustro quanto siano necessari i dettagli, supportato in questo dall’elenco delle proprietà riscontrabili nei sistemi gerarchici. Tuttavia, non serve aggiungere dettagli e ornamenti a caso per migliorare la leggibilità di un carattere tipografico. Aggiungere puntini o piccoli segni trasversali ovunque tranne che al termine delle linee aperte (e perfino là, se con un’angolazione arbitraria) porta al degrado del carattere tipografico. Ciò è la dimostrazione più evidente di come solo l’ornamento corretto divenga parte integrale della forma e non sia meramente un’appendice “aggiuntiva”.

Nell’ornamento il dettaglio risulta organizzato in maniera precisa e raffinata, tanto da migliorare anche la fruibilità di elementi grafici aventi dimensioni maggiori. L’adattamento geometrico si rivela necessario al fine di migliorare la leggibilità delle lettere. I caratteri con grazie, in tal senso i più efficaci, sono notevolmente più complessi da un punto di vista matematico se confrontati con caratteri simili ma senza grazie. I primi dimostrano nella sottostruttura una gerarchia di scale via via minori. Un carattere tipografico con grazie non presenta banalmente alcuni tratti più raffinati; l’intero carattere tipografico è qui definito in modo che gli elementi di maggior dettaglio cooperino nell’insieme per definire un tutto coerente. Lo spessore nella linea del carattere si diversifica secondo la posizione. Occorre eliminare un vecchio malinteso, l’ornamento non viene aggiunto nel carattere grafico come una struttura posticcia, indipendente e irrilevante; piuttosto in quanto genera un fenomeno sottile che consente una complessità interna altamente organizzata. Una precisa e corretta individuazione degli ornamenti è necessaria per l’efficacia del risultato.

Nikos A. Salìngaros

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