Il Prossimo non è un'Istituzione (di Ivan Illich)
Questa è la trascrizione di Marco Chiletti dell’intervento informale di Ivan
Illich al Convegno sui temi della globalizzazione di San Rossore (Pi),
tenutosi con il patrocinio della Regione Toscana il 18 luglio 2001.
Fonte: mailing list di Arianna Editrice, www.ariannaeditrice.it
Sono qui e vedo che sto in una riunione ecologica grande, sono arrivato su
richiesta di Giannozzo Pucci. Sono triste (cosa che si può permettere
ad un vecchio) perché vedo che qui c’è un supermercato di
discussioni, di proposte, di fronte a questo fantastico spettacolo che
si svolgerà a Genova, che potrebbe essere veramente un momento nel
quale si capisce quale è la terribile prigione all’interno di questo
e dentro la quale questa discussione si svolge.
Come li chiamiamo in
America Latina, i globofili e i globofobi possono
incontrarsi su questo terreno perché hanno delle ipotesi di base comuni
ed è un momento importante per vedere in cosa consiste la convergenza,
quello su cui le due parti sono d’accordo.
Sono fondamentalmente
d’accordo sul progresso, sulla capacità di manipolare il mondo nel
quale viviamo, nel ridurre il mondo, come ha ben detto il vescovo, che
adesso si chiama il globo, ad un oggetto di ingegneria e di
manipolazione. “Il mondo” sarebbe più difficile da dire, “il
globo” invece è quella cosa scoperta da una macchina fotografica lassù,
che ci ha mostrato il povero globo blu che è la nostra casa nel
mondo... ma che pazzia!
La casa è qualche cosa che si fa costruendo
dei muri, con una soglia, con una famiglia dentro, che può dare
ospitalità. Il globo non può dare ospitalità. La casa può essere, lo
dice la parola, oikonomia, il riparo che offre la casa. La gente
là fuori e la gente dentro, veramente crede che l’uomo non è fatto
con delle facoltà, ma è nato bisognoso, ab ovo, come un embrione.
Per esempio essi ritengono che i vecchi abbiano bisogno che si faccia sì
che non muoiano. Là, sono convinti, dentro e fuori, che il mondo resta
un mondo di bisognosi. Credono fuori e dentro, che la ragione può
arrivare alla verità attraverso l’osservazione scientifica,
attraverso la tutela degli esperti, attraverso una legge che si
concepisce come ingegneria sociale, e poi parlano con queste sicurezze
profonde, parlano di alternative, come abbiamo sentito adesso, in questo
supermercato di piccole proposticine, in confronto a quello che
veramente è importante, vedere da dove viene - mi scusi, Eccellenza,
Padre - da dove viene l’idea mondiale, introdotta in tutte le culture,
di questa ipotesi (di ritenerci circondati di bisognosi e dunque
dell’obbligo morale di dover per forza interpretare ed intervenire coi
nostri criteri) che ci ha portato ove ora siamo - mi scusi se lo dico
così, ma lei ha detto che ogni uomo è il mio prossimo.
Se ricordo
bene, al Cristo, non hanno domandato: "Come mi devo comportare
verso il mio prossimo?", ma: "Chi è il mio prossimo?".
E’ passato un giudeo, è passato un secondo giudeo, poi è passato un
palestinese, e quel palestinese, di fronte a quel disgraziato
giudeo battuto, è stato preso nelle sue viscere, nelle sue trippe e
ha detto "Sì, questo è il mio prossimo". Io non vedo in
questo momento, nessuno che è qui e che io abbia già accettato come
prossimo. Credo che l’alternativa sarebbe di cominciare la riforma -
non mi dite che sto predicando! Sto parlando della medicina adatta
contro un malinteso storico terribile, ché noi siamo gente come i Greci
che hanno un Dio, Zeus, Xenos, Zeus degli stranieri; straniero voleva
dire uno che parlava un dialetto ellenico e per questa ragione lo
ospiterò nella mia casa, come quel pastore di porci ha accolto Ulisse.
Abbiamo
istituzionalizzato il prossimo, abbiamo dimenticato che c’è una
differenza fra mamma, babbo e figli; che c’è nel mondo intero e che
esiste al mondo da duemila anni, un ritorno da chissà dove - in Toscana
lo sento così forte - che crea la possibilità di avere anche prossimi
che si accettano e si ricevono come tali, e quel prossimo, quel concetto
del prossimo al quale si deve dare un letto, in questa forma
generalizzata viene reso impossibile.
Avendo solo pochi minuti e per, rispettosamente, far pensare e arrivare
finalmente alla conclusione/dibattito?, mi son detto: "Pucci, perché
mi hai portato qua?" e Giannozzo mi ha detto: "Perché sarà
presente Tommaso Franci (assessore all’ambiente della Regione
Toscana)” (grazie a Dio che tu sei ministro dell’ambiente o qualche
cosa del genere, mi hai telefonato in Messico). Che conseguenza può
trarre un servitore pubblico, da quello che dico? Qualcuno ha parlato
delle trasformazioni morali necessarie in questo momento. Credo che ci
sia una possibilità completamente nuova di praticare la resistenza
passiva: tu Tommaso certamente sei capace di ritardare certi ordini
che vengono da Bruxelles… provo vergogna a ripeterli, ma... quello lì
che, salvo il seme umano, tutti gli altri semi della Toscana sono delle
merci e non si possono dare gratis al prossimo, senza prima ottenere un
brevetto, o che per fare il formaggio, una donna e un uomo devono avere
due bagni distinti nel locale di caseificazione anche se questo è
annesso alla loro abitazione, altrimenti il formaggio è illegittimo.
Credo che il servitore pubblico dovrebbe rileggersi Gandhi, perché la
resistenza è una cosa che non si può praticare istituzionalmente, si
può praticare molti insieme, ma non diventa una istituzione come xenodocheion,
la casa per gli altri, per gli sconosciuti della città.
Con il decreto di Costantino, come si suole chiamare, il dovere
dell’ospitalità è divenuta una impresa cristiana e immediatamente S.
Giovanni Crisostomo, quello con la bocca d’oro, si è alzato e ha
detto: "Non fate questo vescovi! Altrimenti scoraggerete gli
individui che sono tanto ammirati e sconvolgono i cristiani, perché
hanno un letto, cioè un sacco extra, una candelina e un po’ di pane,
perché lo straniero potrebbe bussare, dimenticheranno di agire così".
Ma la Chiesa, unica istituzione al mondo, ha istituzionalizzato
l’ospitalità ha creato la base fondamentale per la società di
servizi.
Il servizio non esiste altrove, se non nel mondo cristiano occidentale,
secolarizzato poi in una missione contraria a quello che io immaginavo
come missione nel mondo intero. Non possiamo evitare, se vogliamo
l’alternativa, di riflettere anche da dove venga l’idea stessa che
ci possa essere una umanità globale, mondiale e la cosa che più mi preoccupa è che non ci siamo ancora uniti per riflettere su cosa
voglia dire oggi essere testimoni, testimoni del fatto che siamo nel
mondo. Proprio per venire da Pucci, un amico mi ha detto che ho
consumato sette volte l’ossigeno che consuma un elefante in tutta la
vita, per l’aereo che mi ha portato qua e io non faccio quello che fa
l’elefante: la base.
Sì, sono anche, solo perché non mi crediate
illegittimo, uno dei cofondatori della Società latino americana per la
rivendicazione al diritto alla propria cacca, che è una delle forme più
importanti per salvare l’acqua e ancora più importante, per insistere
sul diritto che, per ragione igienica, non mi possono svuotare la
miseria. Mi sono domandato cos’è che oggi sarebbe essere alternativo
e inevitabilmente ho pensato ai cosiddetti martiri, quella gente della
cui esistenza abbiamo prova dai documenti del diritto romano, sono stati
legalmente messi a morte per essere atei.
Io non ci credo nella
salvezza! Quando lei (Presidente della Regione) ha parlato di questa
"povera bambina", mi sono sentito un po’ strano. Questo
sentimentalismo sui poveri che non hanno ricevuto quello che gli esperti
hanno detto che è quel minimo di educazione senza il quale non si può
essere cittadino, e poi sono loro che decidono chi... a me mi hanno
classificato come un bambino ritardato, per questa ragione ho letto
tanto da bambino e poi chi è... un momento... poi liberarsi
dall’obbligo di obbedire a queste istituzioni radicalmente
antidemocratiche che sono le professioni (gli albi professionali?), che
esistono solamente dove c’è una divisione di poteri, legislativo,
giudiziario, esecutivo... si può togliere e mettere nelle mani di
sempre più differenti associazioni e poi creare degli enti, che adesso
diventano anche, magari, commerciali, dei centri di governo per le
specialità, dall’architettura fino ai bagni, alla collocazione dei
bagni.
Dunque ci vorrebbe forse un movimento di gente con il coraggio di
dire: "Va bene, fate il vostro football tra quel signore di
Porto Alegre e il signor Schroeder e Bush, noialtri sappiamo che è
"a storm in a teacup" (una tempesta in una tazza da tè), se
si guarda con un po’ di umorismo. Grazie e mi perdonino.