Una Buona Battaglia
Introduzione
Nell'aprile del 1986 promossi, insieme a
qualche amico, la costituzione di una associazione denominata
L.D.I.T. Lega di Difesa dall'Invasione Televisiva. La Lega, mai
ufficialmente sciolta, ma di fatto in vita sospesa dal 1996 (epoca
a cui risale l'ultimo intervento pubblico) produsse vari materiali
ed anche un bollettino, Corrispondenza, del quale comparvero, dal
dicembre '86 all'ottobre '90, nove numeri. Qui sotto
ripubblichiamo integralmente l'ultimo numero. Dall'introduzione al
primo numero estraiamo qualcosa sugli scopi: "La Lega è nata un
po' per scommessa: volevamo verificare se di fronte a un'evidenza
come quella della devastazione culturale indotta dalla TV fosse
possibile fare qualcosa. In effetti nel nostro paese solo poche
voci si erano levate a denunciare la situazione (esasperata dopo
l'avvento delle televisioni private). Gli stessi testi sacri della
riflessione intorno agli effetti della televisione sui bambini e
gli adulti, come il libro della Winn (che presentiamo in questo
numero), quello del Mander e altri (che ci ripromettiamo di
presentare in futuro) avevano avuto scarsissima diffusione. Di
fatto non avevano varcato i confini degli istituti universitari
specializzati. Era possibile farli conoscere meglio, ci si
chiedeva. E d'altra parte esistevano esempi positivi e
incoraggianti, in particolare il caso del fumo, dove si erano
visti i risultati di una seria campagna di informazione…"
I principali TESTI che proponevamo:
- JERRY MANDER Quattro argomenti per eliminare la televisione (Dedalo)
- MARIE WINN La droga televisiva (Armando)
- NEIL POSTMAN La scomparsa dell'infanzia (Armando)
Vedi anche: Suggerimenti per una casa a prova di TV
LINK:
www.turnoffyourtv.com
www.boakart.com
www.whitedot.org
CORRISPONDENZA n° 9 ottobre 1990
QUESTO NUMERO è dedicato alle lettere che in
questi anni sono giunte alla Lega con le provenienze e gli intenti
più svariati. Quelle che vi proponiamo non vogliono esserne un
campione fedelmente rappresentativo, dal momento che sono state
scelte in base a un criterio molto soggettivo di
"significatività". Ci è sembrato importante rendere omaggio in
questo modo alla circolazione di riflessioni, iniziative e
comportamenti con cui la Lega è venuta a contatto, grazie alla
sensibilità e alla buona volontà di tante persone desiderose di
far parlare il proprio "mal di tv", anche nel modo personale e
discreto della lettera. La vita della Lega e la sua possibilità di
costituire un fattore di cambiamento dipendono totalmente dalla
sua capacità di parlare e fornire risposte al disagio di tanti, e
dall'impegno spontaneo di coloro che condividono la nostra piccola
"lotta di liberazione". Le lettere che riceviamo sono il segno del
rapporto che si è instaurato con tante persone in giro per
l'Italia e costituiscono un incoraggiamento a continuare.. Ci
piace riferire dell'iniziativa di Saltara, piccolo comune in
provincia di Pesaro, dove un gruppo di giovani si è dato da fare
per sensibilizzare la propria realtà locale, coinvolgendo anche il
mondo della scuola. Ci rammarichiamo di non poter mostrare gli
splendidi manifesti, scritti e illustrati a mano, usati per
pubblicizzare l'incontro con i cittadini del 24 maggio, cui ha
partecipato il nostro Adolfo Morganti. Riproduciamo comunque, in formato ridotto, il volantino preparato per l'occasione, come saggio del lavoro degli amici di Saltara.
LA REDAZIONE
LE VOSTRE LETTERE...
2.1.1987
Siamo una famiglia di 4 persone, padre, madre e 2 bambini, di 12 e
10 anni: la madre della situazione, che è anche quella che vi
scrive, da 13 anni lotta contro il marito (prima) e i figli (poi)
per conquistarsi uno spazio in alternativa alla televisione... La
lettera così impostata sembrerebbe il prologo per una tragedia,
quindi ridimensiono i termini. Dunque: ho tentato, durante questo
periodo, di offrire valide alternative al "mezzo infernale" ,
escogitando di volta in volta soluzioni forse banali ("Giochiamo a
carte?", "Usciamo a camminare?", ecc.) cadute quasi sempre
nell'indifferenza più scoraggiante: d'altra parte non ho i mezzi
di Berlusconi. Da un po' di giorni, devo confessarlo, mi stavo
arrendendo e cominciavo a sospettare che l'unico modo di passare
le serate in famiglia fosse realmente quello di fissare per due o
tre ore consecutive lo schermo della TV, che offre indubbiamente
seducenti inviti. Ma stamani, sfogliando Metrò, ho letto
dell'esistenza della vostra Lega e ho riacquistato subito il
primitivo spirto guerrier. Inutile a questo punto ribadire che
sono felicissima per la vostra iniziativa: spero che con qualche
sollecitazione la biblioteca comunale del nostro comune (San
Marcello P.se) possa riuscire ad organizzare un incontro con voi.
Nel frattempo vi chiederei un favore: potreste indicarmi se la TV
a colori danneggia la vista? E se la radioattività dello schermo è
così innocua come si sente dire? Sono consapevole dei danni
psicologici causati dalla televisione, e della barriera che
costituisce al dialogo familiare, ma non vi chiedo informazioni su
questi aspetti: mi limito ai danni fisici, perché spero che questi
argomenti siano più convincenti, perché più tangibili; un po' come
quando è il medico che ti consiglia di smettere di fumare.
M.G.,
Bardalone (PT).
9.6.1987.
Sono una ragazza di Roma iscritta all'ultimo anno del corso di
laurea in Pedagogia. Nella scelta dell'argomento per la mia tesi
di laurea, che discuterò in ottobre, ho preso in considerazione un
problema attualmente molto sentito sia dai genitori che dagli
insegnanti; quello della videodipendenza come fattore di
deprivazione precoce dei più importanti stimoli e canali di
comunicazione, essenziali nella prima infanzia per un corretto ed
armonico sviluppo della personalità. Insegno come supplente
temporanea in varie scuole materne e statali e quotidianamente
vengo a contatto con differenti realtà sociali, economiche e
quindi culturali che evidenziano quanto questo fenomeno colpisca
le classi culturalmente svantaggiate. Qui la TV trova ampi spazi
ove attecchire come alter nella sua principale accezione di
evasione ed intrattenimento. A mio avviso il primo passo da fare
per evitare che questa situazione deteriori ulteriormente è
proprio nella direzione della sensibilizzazione delle famiglie al
problema ed in secondo luogo nella ricerca di un uso più corretto
del mezzo e di alternative valide ad esso. Penso pertanto di
condividere gli intenti generali di questa Lega e nel desiderio di
saperne qualcosa in più, chiedo che mi venga inviato qualsiasi
tipo di materiale in vostro possesso o indicazioni bibliografiche
concernenti l'argomento.
R.A., Monterotondo (Roma).
1.9.1987
Durante il convegno dei Verdi che si è tenuto a Bologna il 4-5
luglio ho acquistato il vostro opuscolo Corrispondenza n.1. Sono
rimasta molto interessata e ho cercato altro materiale: appello,
manifestini, ecc., ma non ne ho trovato; perciò vi scrivo,
desidero che mi inviate anche lo statuto e le condizioni di
iscrizione. Sono un insegnante elementare e come madre, ma
soprattutto come maestra sono interessata al tema; abito in un
paese di 13.000 abitanti a 12 Km da Cagliari e la TV ha prodotto i
suoi guasti anche fra gli adulti ottundendo l'identità etnica e
imponendo modelli culturali standard. Faccio parte anche della
redazione di una rivistina locale e la vostra iniziativa potrei
pubblicizzarla anche a quel livello.
F.C., Sinnai (CA).
29.10.1987
Ho avuto il vostro indirizzo e quindi sono venuto a conoscenza
della Lega da amici napoletani in vacanza qui quest'estate. Gli
stessi mi hanno poi inviato Corrispondenza n.1 con la sintesi del
libro La droga televisiva di M. Winn. Così mi sono fatto un'idea
dell'Associazione. Vi sto scrivendo per avere ulteriori
informazioni e per associarmi dal momento che sono convinto
dell'"assurdità" del mezzo televisivo e dell'abuso che ne fanno
tutti, ma soprattutto i giovani e i giovanissimi. Non vedo la
televisione mai. A casa mia non l'abbiamo. Con mia moglie siamo
perfettamente d'accordo sull'inutilità più assoluta del mezzo per
non parlare della sua nocività fisica e psichica. Abbiamo anche
una bambina che naturalmente non vede quasi (perché dai nonni c'è)
mai la Tv, con lei giochiamo e parliamo molto, siamo soddisfatti,
nessun senso di colpa se non abbiamo visto il telegiornale o il
documentario sull'animale "esotico" per non parlare delle
buffonate ingannapopolo dei vari spettacoli di varietà. Insomma,
si dovrebbe puntare, secondo me, sulla mentalità della gente che
si chiude sempre di più in casa dinanzi all'apparecchio televisivo
e non si accorge che sta diventando schiava. Sono d'accordo nel
tentare di rivoluzionare "una mentalità" attraverso manifestazioni
varie, ma sono scettico su iniziative legislative. La gente deve
allontanarsi dalla TV perché la TV è un mezzo PACCHIANO, VOLGARE,
KITCH, IN MANO AL POTERE E ALLA PUBBLICITA' , IN POCHE PAROLE DEVE
RENDERSI CONTO CHE E' UN'INVENZIONE INUTILE, UN'INVENZIONE CHE NON
AIUTA MA CHE ADDORMENTA! Perché non andare al cinema, o leggere, o
chiacchierare, o passeggiare, o giocare con i figli, o
semplicemente OZIARE come si faceva un tempo (soltanto qualche
decennio fa) qui nel Sud? Tutti dinanzi alla partita, o all'evento
incredibile, o all'incontro storico tra i leader... non si creano
forse così i fanatismi di ogni tipo? Chiedo scusa se vi ho
costretto a leggermi fin qui e vi ringrazio anticipatamente se
vorrete inviarmi altri bollettini da voi pubblicati, documenti e
le necessarie informazioni per associarsi. Quindi ABBASSO LA TV
PER SEMPRE.
R.D.C., Menfi (AG).
25.1.1988
Ho letto su tra terra e cielo n.21 l'articolo di M. Grazia
Cavanna, relativo agli effetti della televisione sui bambini. Io e
mio marito abbiamo due figli, uno di 5 e l'altro di 2 anni e
mezzo. In casa nostra, per scelta, non vi è mai stata la
televisione, e i bambini hanno occasione di vederla solo
sporadicamente, in genere quando sono dai nonni e comunque meno di
una volta alla settimana. Noi genitori siamo convinti che la
scelta che abbiamo fatto sia giusta. Certo è che abbiamo
"alternative" alla TV: letture, giochi di movimento, giochi
tranquilli, passeggiate, ecc. Da parte loro i bambini non hanno
mai sollevato obiezioni o problemi. Vorrei sottolineare due fatti:
1) i bambini dimostrano di avere molte più capacità di ascolto e
di memoria rispetto ai coetanei "televisionizzati"; 2) le rare
volte che guardano la televisione, programmi per bambini, si
lasciano molto coinvolgere emotivamente, con conseguente
nervosismo e paure notturne. Ci piacerebbe sapere se tali
circostanze si verificano anche in altri bambini in analoghe
situazioni. Essendo un'insegnante elementare, in quotidiano
rapporto con bambini e relativi genitori, vorrei svolgere
un'efficace "propaganda" antitelevisione. Gradirei quindi ricevere
eventuale materiale documentativo, se è a vostra disposizione.
S.C., Perledo (CO).
9.3.1988
Sono un'insegnante e mi trovo costantemente a dover combattere con
i genitori perché non abbandonino i bambini davanti al televisore.
Confido nei suggerimenti e dati che mi potrete inviare, tali,
spero, da spaventare profondamente questi adulti così poco
responsabili. (Non sapevo neppure dell'esistenza della vostra
Lega. Ho letto casualmente un vostro ciclostilato a Udine, nella
bacheca del centro macrobiotico Il risveglio.)
T.L.P., Cervignano
del Friuli (UD).
4.6.1988
Ha ragione Bettelheim, ma non sarebbe più costruttivo, e quindi
più necessaria, una vera conoscenza degli strumenti, piuttosto che
una cieca adesione al boicottaggio, quale sembra ispirare la
vostra sigla distintiva? L'odierna propensione all'urlo
indiscriminato, alla filosofia da vetrina, non invita tanto a
prendere le distanze da quei mezzi inflazionati di espressione e
di contatto, quanto a ridiscuterne la funzione, e implicitamente,
concordo, a puntare su obiettivi che meno si prestino a
sollecitare le moderne debolezze (isolamento, noia). Emblematico
in tal senso un film come Quinto potere, ma ancor più indicati e
le esperienze dello scorso inverno con la versione casareccia
offerta da Celentano. L' "ubriacatura d'immagini" non giudica (con
sufficiente eloquenza) la qualità delle vere cause , ma si limita
ad accusare - in superficie - i moventi occasionali, gli spunti.
Sta a noi non cadere due volte in errore, cedendo alle lusinghe
televisive e, una volta contati, denunciare quello come definitivo
casus belli: la vera invasione è purtroppo interiore, ha
facilmente spazio da occupare con il calo generale d'interesse per
il valore della vita umana, considerata nel suo complesso; ha il
suo vivaio privilegiato nell'indifferenza. A queste condizioni,
stabilito cioè che il deficit è insito nel nostro sistema
immunitario, trovo utile la conoscenza e la diffusione di
iniziative come quella della Lega.
L.M., Caslino al Piano (CO).
8.11.1988
Ho letto con vivo interesse il vostro annuncio nell'ultimo numero
di Azione Nonviolenta. E' da tempo che mi chiedevo se non ci fosse
l'esigenza di contrapporsi a questo dominio culturale del mezzo
televisivo; ma ho sempre pensato pessimisticamente che la Tv è uno
strumento troppo potente per chi gestisce il potere economico e
politico, e per poter minimamente scalfire il ruolo che essa ha
assunto occorre una vera e propria mobilitazione delle coscienze.
Così mi ha fatto senz'altro piacere leggere della iniziativa di
Firenze. Ora, dato che pur non essendo un teledipendente, la TV la
guardo anch'io, più che sconsigliare drasticamente l'uso del
mezzo, proporrei un uso intelligente. Secondo me è quasi
impossibile evitare di vedere la televisione; semmai è importante
il cosa si vede. Attualmente la Tv è un mezzo di manipolazione
della coscienza collettiva, di creazione di tendenze, miti, valori
che ovviamente serve per renderci docili, obbedienti, fidati
animali da consumo. Tuttavia, nel marasma di spot pubblicitari,
films di nessun valore, valanghe di parole e di varietà, qualcosa
da salvare c'è. Occorre quindi selezionare, e cercare di
indirizzare l'utente verso i programmi giusti. Ora, mi accorgo che
questo è un problema legato ai gusti e alle idee di ciascuno;
ognuno ha i propri "programmi giusti". Tuttavia un'area di accordo
penso che possa essere facilmente rintracciabile, se è vero che
l'ideale che spinge la vostra associazione e chiunque si oppone
all'attuale sistema televisivo in questa direzione è il tentativo
di liberare l'utente, e l'individuo complessivamente considerato,
dall'alienazione, che sia televisiva o meno. Penso che in
un'ottica di questo genere potrei collaborare con voi, senza
sentirmi in colpa quando accendo la TV (soprattutto RAI3).
Comunque mi piacerebbe avere maggiori informazioni e, se
possibile, un vostro parere più dettagliato.
C.C., Anghiari (AR).
20.12.1988
Mi scuso innanzitutto se nell'indirizzo non ho scritto esattamente
il nome della vostra Lega, ma l'ho colto molto velocemente in una
trasmissione di Radio Popolare e confesso che ne ignoravo
assolutamente l'esistenza. Sono molto interessata, come madre,
come insegnante, come donna impegnata in quartiere, a tutti i
discorsi critici che vengono fatti sulla televisione perché mi
rendo conto sempre più di quanto sia devastante nei confronti
soprattutto dei bambini. Oggi è urgente che a più livelli si crei
sensibilità, una sensibilità sempre più diffusa e capillare, su
questo problema. Ed ecco il motivo della mia lettera. Avrei
bisogno di materiale, se ne avete, da diffondere alla scuola
elementare di mio figlio e in quartiere.
P.C., Milano.
24.1.1989
Ho visto la vostra pubblicità, e vi prego di inviarmi tutte
le indicazioni che riterrete, a proposito dei danni televisivi
soprattutto sui bambini (ho un bambino di 5 anni con cui sono in
continuo conflitto sul problema "TELEVISIONE").
M.C.G., Codroipo (UD).
13.2.1989
Ho figli piuttosto grandi (14 e 16 anni) e finora in casa nostra
abbiamo vissuto benissimo senza televisione. Adesso stanno
pesantemente premendo per ottenere l'introduzione di codesto
elemento in casa (sotto la spinta di una nonna, e non solo, che ci
considera quasi dei disgraziati). Gradirei le vostre informazioni
sui danni causati dall'uso della televisione.
P. P. M., Oriola
(FO).
18.3.1989
Sono un padre preoccupato dall'abuso di televisione che se ne fa
oggi e soprattutto per mio figlio che ha 7 anni e mezzo e che
appena si sveglia la mattina per andare a scuola il primo pensiero
che ha è: il telecomando. Lo stesso avviene la sera, prima di
andare a letto, se non si fa dare la buona notte dalla televisione
non si addormenta. Per non parlare del fatto che non riesco più a
seguire il telegiornale, né all'ora di pranzo, né all'ora di cena.
Potrei continuare con questo tipo di arrendevolezza nei confronti
del grande mezzo, ma avendo letto sull'ultimo numero della Nuova Ecologia della vostra associazione, mi sono dato un po' di
coraggio e mi sono deciso a scrivervi per chiedere informazioni
sulla vostra esperienza associativa e sulle vostre pubblicazioni,
ma soprattutto sul vostro impegno in questo settore. Io sono un
militante del WWF, ed a questo impegno verde intendo abbinare un
impegno contro l'abuso del mezzo televisivo. Pertanto sarò ben
lieto di ricevere vostri consigli e suggerimenti sul cosa posso
fare per distogliere mio figlio da questo grande fratello (è
figlio unico) ma soprattutto per diffondere questa iniziativa che
ritengo vada ampliata e pubblicizzata.
L. C., Vasto (CH).
18.1.1990
Sono un biologo interessato ai problemi dell'ambiente, nonché
sostenitore del movimento ecologista. Dinanzi al degrado generale
in cui versa l'intero pianeta, sono profondamente convinto che
l'invasione del massaggio televisivo, almeno nella società
occidentale, contribuisca non poco al clima artificioso e privo di
fantasia del nostro tempo. E' per questo che vi scrivo, al fine di
chiedere maggiori informazioni riguardo la vostra attività e
ricevere eventualmente pubblicazioni in merito.
E.M., Rende (CS).
12.3.1990
Gradirei informazioni circa i danni causati dall'abuso della
televisione. Sono maestra di scuola elementare nonché mamma di una
bambina di 5 anni a cui piace molto stare a guardare la TV,
cartoni o film che siano. Cerco di limitare al massimo (i cartoni
del pomeriggio di BIG o BIM BUM BAM) e non la guardo nemmeno io la
sera perché se no lei si siede e non gioca. Vorrei qualche
informazione in più anche per convincere mio marito a non tenerla
troppo davanti al televisore con lui, specie con film polizieschi
o comunque violenti.
A.C., S.Romualdo (RA).