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Non rifiutare ma preferire (Nicolás Gómez Dávila)
La via del saggio è fare ma non contendere (Lao Tze)

Architettura & Urbanistica

Per superare il fallimento dell'architettura modernista, una raccolta di numeri che testimonia della esistenza di una architettura tradizionale per il XXI secolo.​

Dove Rodolfo Quadrelli ci aiuta a definire la tradizione (traditio, tradere ovvero consegnare) come ciò che indica naturalmente il tempo futuro, la spinta verso il futuro: è la tradizione che rappresenta il possibile (e perciò l'universale, come la poesia per Aristotele). Il possibile non è da confondere con il probabile o l'eventuale o l'imprevedibile: probabilità, eventualità, imprevedibilità sono prodotti esclusivi della casualità, mentre con il possibile si indica la presenza dell'intelligenza, della scelta consapevole e vitale fatta dai viventi. ¶ La tradizione può rappresentare qualcosa che è realmente stato e che potrebbe ancora essere, recuperando la tradizione dal passato. Dal passato possiamo recuperare una tradizione, interrotta nel tempo, e proiettarla nel futuro rendendola di nuovo viva. Ma un secondo tipo di tradizione è quella che può non essersi mai verificata nel passato, ma «che avrebbe potuto essere e che forse potrà ancora essere» per dirla sempre con le parole di Quadrelli (da Il linguaggio della poesia). ¶ In ultima analisi, «l'innovazione è già raggiunta nel succedersi delle generazioni che di volta in volta raggiungono la vita: l'originalità non consiste nell'offrire una risposta ‹originale›, ma nel doverne dare una ogni volta, di bel nuovo, da ogni generazione, da ogni uomo. Il compito non sarà dare la risposta nuova od originale, ma dare la risposta giusta.» (da Filosofia delle parole e delle cose). ¶ Non è da ravvisare comunque una nostalgia dell'antico, dell'antico contrapposto al moderno: c'è la convinzione che vi siano idee da ritrovare non necessariamente nel passato, sí piuttosto nelle possibilità permanenti che giacciono al di sotto della storia e in interiore homine. La tradizione non è il passato, come vogliono invece storicisti e avanguardisti.» (tratto da I potenti della letteratura) ¶ E alle parole di Rodolfo Quadrelli, quasi a completamento, non si può che aggiungere un breve paragrafo tratto dal volume IV di The Nature of Order, di Christopher Alexander: «Il vocabolario progettuale sotteso a quanto realizzato nel XX secolo, lungo quasi tutto il secolo, impone ai progettisti la creazione di strutture che possono definirsi di volta in volta ‹interessanti›, ‹piacevoli›, ‹fantastiche›, ‹coinvolgenti›, ‹ricche di stile›, tutto tranne che ‹belle›, e infatti quanto realizzato non è mai veramente bello. Questo termine ha un significato inalterabile, che non può contaminarsi, e nel corso della temporanea follia esplosa nel XX secolo non si può sopportare che venga toccato questo nervo scoperto.»

Architettura

Cristopher Alexander, Il dibattito tra Alexander e Eisenman.

Cristopher Alexander, Manifesto 1991. Il significato dell'Architettura.

№91 (630)(Febbraio 2011) Sull'ipotesi di ricostruzione in via Giulia, Roma.

№136 (675)(Gennaio 2012) Serena Baldini, Intervista a Nikos Salíngaros.

№198 (737)(Febbraio 2013) Ettore Maria Mazzola, La nuova chiesa armena di S. Giovanni Battista.

№231 (770)(Settembre 2013) M.W. Mehaffy & N.A. Salíngaros, Il fondamentalismo geometrico.

№239 (778)(Novembre 2013) Ettore Maria Mazzola, Aggiornamenti sulla bella chiesetta armena.

№309 (848)(Aprile 2015) Cristopher Alexander, L'Hotel Palumbo a Ravello.

№400 (939)(Gennaio 2017) Ettore Maria Mazzola, Il cemento e il terremotoCorruzione e menzogne architettoniche.

№424 (963)(Agosto 2017) Ettore Maria Mazzola, Sostenibilità vs ereditabilità.

№455 (994)(Maggio 2018) Giulio Rupi, L’equilibrio del paesaggio toscano e il nichilismo della moderna Land Art.

№459 (998)(Maggio 2018) Ettore Maria Mazzola, Tom Wolfe non c’è piú, ma la sua lezione sull’architettura resta.

№468 (Agosto 2018) Ettore Maria Mazzola, Il disastro di Genova segna l’inizio della fine di un immenso castello di carta?

№493 (Febbraio 2019) Ettore Maria Mazzola, Perché è sbagliato mostrarsi irrispettosi del patrimonio storico.

№519 (Agosto 2019) Ettore Maria Mazzola, La nuova Cattedrale di Maxim Atayants a San Pietroburgo.

№637 (Giugno 2022) Nikos A. Salíngaros, Ricordo di Christopher Alexander.

​ №643 (Agosto 2022) Nikos A. Salíngaros, In Memoriam Christopher Alexander.

Urbanistica

Léon Krier, Carta per la ricostruzione della Città europea.

№1 (540)(Settembre 2009) La città ai marginiInterviste a 8 architetti, sociologi ed urbanisti italiani.

№4 (543)(Settembre 2009) Costa frattale e vita urbana.

№12 (551)(Ottobre 2009) Un'altra urbanistica per salvare le periferie.

№21 (560)(Dicembre 2009) Una città diversa è possibileLéon Krier e Pier Carlo Bontempi ad Arezzo.

№31 (570)(Gennaio 2010) Ettore Maria Mazzola, Progetto Araba Fenice.

№34 (573)(Febbraio 2010) New Urbanism all'opera.

№36 (575)(Febbraio 2010) Ciro Lomonte, Rianimare i mosaici assopiti.

№43 (582)(Aprile 2010) Convegno sullo sviluppo urbano di Roma 8-9 aprile 2010.

№63 (602)(Settembre 2010) Ettore Maria Mazzola, Periferie da rivedere, caste da ridimensionare.

№67 (606)(Ottobre 2010) Ettore Maria Mazzola, Roma città sostenibile. Un progetto.

№77 (616)(Novembre 2010) Ettore Maria Mazzola, Sui danni al patrimonio artistico derivanti da una cultura monodirezionale.

№101 (640)(Aprile 2011) Dal Corviale allo Zen.

№144 (683)(Febbraio 2012) Gruppo Salíngaros, Urbanisti sotto la neve.

№204 (743)(Marzo 2013) Andrew Cusack, La Canberra sognata da Ernest Grimson.

№386 (925)(Ottobre 2016) Nikos A. Salíngaros, Il ponte sullo Stretto.

№656 (Febbraio 2023) Ettore Maria Mazzola, Rigenerazioni urbane possibili.

№668 (Giugno 2023) Ettore Maria Mazzola, Via Giulia. Una doppia piazza dedicata a Paolo Marconi.

№679 (Ottobre 2023) Ettore Maria Mazzola, Contro-progetto per il nuovo Stadio del Rugby a Bath.

№695 (Maggio 2024) Ciro Lomonte, Le città antiche siciliane e le città dei quindici minuti a piediInnovazione o distopia?

№702 (Ottobre 2024) Mario Vittorio Di Fidio, Alle origini dell’architettura modernista.

Verso un'architettura resiliente

№262 (801)(Giugno 2014) M.W. Mehaffy & N.A. Salíngaros, Gli insegnamenti della biologia.

№264 (803)(Luglio 2014) M.W. Mehaffy & N.A. Salíngaros, Come il verde non sempre sia tale.

№266 (805)(Agosto 2014) M.W. Mehaffy & N.A. Salíngaros, Il cubo modernista.

№268 (807)(Agosto 2014) M.W. Mehaffy & N.A. Salíngaros, La geometria della resilienza.

№270 (809)(Agosto 2014) M.W. Mehaffy & N.A. Salíngaros, Progettare Agile.

Architettura religiosa

Architettura religiosa contemporanea.

№36 (575)(Febbraio 2010) Ciro Lomonte, Rianimare i mosaici assopiti.

№83 (622)(Gennaio 2011) Architettura religiosa. Buone idee escluse.

№85 (624)(Gennaio 2011) Guardini-Schwarz. Apriamo il discorsoBreve viaggio alle origini del disastro.

№90 (629)(Febbraio 2011) Ciro Lomonte, Quale idea di Chiesa nelle chiese contemporanee.

№97 (636)(Marzo 2011) Guardini-Schwarz: discorso aperto.

№228 (767)(Settembre 2013) Rodolfo Papa, Sulla luce naturale nelle chiese.

№296 (835)(Febbraio 2015) Ciro Lomonte, Nuove chiese: fuochi fatui nella notte fonda

№361 (900)(Aprile 2016) Ciro Lomonte, Antoni Gaudí: scienza, arte e natura come linguaggio della fede.

№417 (956)(Giugno 2017) Ettore Maria Mazzola, Architettura ecclesiastica italiana? Si accettano miracoli!

Progetti per Corviale

№49 (588)(Maggio 2010) Ettore Maria Mazzola, Borgo Corviale

№50 (589)(Maggio 2010) Cristiano Rosponi, Un quartiere tradizionale e comunità urbane.

№51 (590)(Giugno 2010) Gabriele Tagliaventi, Dal Corviale alla città giardino.

Sequenze urbane in pratica

« [...] piú che del dettaglio di ciascun edificio in sé, conta l'architettura d'insieme delle strade, assai varie e pittoresche nel casuale comporsi di tanti elementi disparati — crocicchi, androni, sottopassaggi angusti, l'improvviso alzarsi e scorciare di muraglie, i balconi fioriti, le loggette, le altane». (Plinio Marconi, «L'Architettura rustica nel­l'Iso­la di Capri», in Le Madie, pubblica­zione mensile d'Arti Paesane, n°2, dicembre 1923, p. 22) ¶ «Quando un giorno da un malchiuso portone / tra gli alberi di una corte / ci si mostrano i gialli dei limoni / e il gelo del cuore si sfa, / e in petto ci scrosciano / le loro canzoni / le trombe d'oro della solarità». (Eugenio Montale, I limoni, 1925)

№65 (604)(Settembre 2010) Ettore Maria Mazzola, Leggere la città esistente per disegnare quella futura.

№156 (695)(Aprile 2012) Stefano Borselli, Firenze. Paesaggio urbano tra desolazioni e speranze.

№168 (707)(Luglio 2012) Andrea G. Sciffo, Monza. In centro storico.

№301 (840)(Marzo 2015) Andrea G. Sciffo, Sedimenti sottoterra.

№321 (860)(Luglio 2015) Andrea G. Sciffo, Dall'aurora all'alba.

№327 (866)(Agosto 2015) Andrea G. Sciffo, Il re di sasso.

№370 (909)(Luglio 2016) Andrea G. Sciffo, Monza 1678.

№444 (983)(Gennaio 2018) Andrea G. Sciffo, Barocchetto monsciasco.

   sentenze
                                             

Go, go, go, said the bird: human kind
Cannot bear very much reality.

​(Via, via, andate, disse l'uccello: la specie umana / Non può sopportare tanta realtà.)


T.S. Eliot
(Four Quartets, 1935)

Venne infine un tempo in cui tutto ciò che gli uomini avevano considerato come inalienabile divenne oggetto di scambio, di traffico, e poteva essere alienato; il tempo in cui quelle stesse cose che fino allora erano state comunicate ma mai barattate, donate ma mai vendute, acquisite ma mai acquistate — virtú, amore, opinione, scienza, coscienza, ecc. — tutto divenne commercio. È il tempo della corruzione generale, della venalità universale, o, per parlare in termini di economia politica, il tempo in cui ogni realtà, morale e fisica, divenuta valore venale, viene portata al mercato per essere apprezzata al suo giusto valore.​
(Miseria della filosofia, 1847)

La ric­chezza delle società  nelle quali predomina il modo di produzione capitalistico si presenta come una immane accumulazione di merci.​
(Il Capitale, 1867)

Karl Marx

Possiamo leggere questi brani come una definizione della società  capita­listica: è quella dove la merce dilaga, e come una previsione: tutto diventerà  merce. Va onestamente preso atto che la previsione si è avverata e continua a farlo ed è propria di Marx.

ὀλίγα προδιελθὼν ἐπιφέρει· διὸ δεῖ ἕπεσθαι τῷ κοινῷ· ξυνὸς γὰρ ὁ κοινός. τοῦ λόγου δ’ ἐόντος ξυνοῦ ζώουσιν οἱ πολλοὶ ὡς ἰδίαν ἔχοντες φρόνησιν.

(Frammento 2: Bisogna seguire ciò che è comune. Ma pur essendo questo logos comune, i molti vivono come se avessero una loro propria saggezza.)

ὁ Ἡράκλειτός φησι τοῖς ἐγρηγορόσιν ἕνα καὶ κοινὸν κόσμον εἶναι τῶν δὲ κοιμωμένων ἕκαστον εἰς ἴδιον ἀποστρέφεσθαι

(Frammento 89: Per i desti il mondo è unico e comune, invece i dormienti si involgono in un mondo proprio.)

Eraclito

¿Para qué escribir, si no se da a esta operación, demasiado fácil, de empujar la pluma sobre un papel cierto riesgo tauro­máquico y no nos acercamos a asuntos peli­grosos, ágiles, bicornes?
(Perché scrivere, se non diamo a questa operazione, troppo facile, di premere la penna su un foglio di carta un certo rischio tauro­machico e non ci avviciniamo a questioni pericolose, agili, bicorni?)
Ortega y Gasset
(Estudios sobre el amor, 1926)


Il passo è stato reso celebre da James Hillman che l'ha citato e fatto suo in Re-visione della psicologia.


Tra fa’ ‘na cosa bella e una brutta,
tanto vale falla bella.
zio Renzo
(Detto raccolto da Luciano Funari)

In the elder days of Art, ​ ​ ​ ​ ​
Builders wrought with greatest care
Each minute and unseen part;
For the Gods see everywhere.

(Nei tempi antichi dell'arte, i costruttori lavoravano con la massima cura ogni parte minuscola e invisibile, perché gli Dei vedono dappertutto.)
Henry Wadsworth Longfellow
(The Builders)

Les cons, ça ose tout.
C'est même à ça qu'on les reconnaît.​
(Gli sciocchi, quelli osano tutto. È proprio da ciò che si riconoscono.)
Michel Audiard

Pensare estremo, agire accorto.
Mario Tronti

Expertus metuit.
(Colui che ha esperienza teme.)
Orazio

Λ άθε βιώσας.
(Vivi nascosto.)
Epicuro

Wo aber Gefahr ist, wächst  
Das Rettende auch.
(Ma là dov’è pericolo, / cresce anche ciò che salva.)
Friedrich Hölderlin

«Scrive un autor grave, che ogni animal velenoso porta seco il rimedio da curarlo: & che non vi è pianta, od altro misto, che essendo veleno non habbia vicino a sé il rimedio contro il suo morbo. Hanno detto alcuni, che in Malta, & in altri luoghi, & Isole non si trovino animali velenosi: altri dicono esservene assai, ma esservi anco il rimedio, che è l’istessa terra, od altro, atto a curar quel veleno. ¶ Trovasi in Oriente una pianta, di cui le radici, che guardano a Ponente sono velenosissime, & quelle volte a Levante sono ottimo rimedio a quel veleno». (Pio Rossi, Convito morale..., Venezia 1639, p. 481)

Frattanto durezza e profumo del legno di quercia cominciavano a parlare in modo piú percettibile della lentezza e costanza con cui l’albero cresce. ¶ La quercia stessa diceva che solo in tale crescita si fonda ciò che perdura e dà frutto; che crescere significa aprirsi alla vastità del cielo e allo stesso tempo mettere radici nell’oscurità della terra; che tutto ciò che è solido prospera solo se l’uomo è in pari misura entrambe le cose: pronto alla richiesta del cielo supremo e custodito nella protezione della terra che sostiene.
Martin Heidegger
(Der Feldweg)

Fintanto che si realizza anche una sola rima, non c’è ancora il caos e il nichilismo non ha ancora trionfato.

Appena una rima autentica risuona,
l’anima d’un tratto il caos abbandona...
La rima non si lascia isolare; in essa tutto è incontro, eco e controeco delle parole, tutto è massima libertà e massimo ordine.
Carl Schmitt
(Glossario)

Noi riferimmo il concetto di Invarianza dapprima a una teoria, poi a un progetto. Lo riferiamo ora al processo di vita che include teoria e progetto, cosí come l’attività. Esso si enuncia e si esprime in relazione con la manifestazione del godimento. ¶ Godere è integrare ciò che avviene, ciò che si manifesta nella spontaneità degli uomini, delle donne, della natura, del cosmo. È riempirsi del­l’accaduto che ha potuto essere previsto, del­l’imprevisto, sempre rimanendo sé stessi, tanto al livello del­l’individualità che della specie. Il godimento si afferma nella gioia di vivere l’invarianza in seno al divenire. ¶ Cosa impedisce agli uomini e alle donne di vivere questo godimento e li consegna alla dipendenza? Il rinchiudersi in un divenire fuori natura fon­dato a partire da una rottura di continuità con essa, con il cosmo, per sfuggire ad una minaccia la cui ragione, i fondamenti sono stati da lungo tempo perduti, dimenticati, scotomizzati, rimossi. Il rinchiudersi in una domesticazione legata al­l’ab­bandono di ogni naturalità, a uno stornamento nell’artificiale, fondamen­ti della repressione genitoriale. Il rinchiudersi in un modo di conoscere che mira principalmente a giustificare il divenire di erranza che lo fonda. Il rinchiudersi in una sovranatura popolata d’ipostasi, di entità, in un mondo virtuale, forma profana della prima. Il meccanismo infernale che, a livello individuale, come a quello della specie, conduce costantemente a una riattualizzazione della minaccia cosí come del terrore e della fascinazione che la rottura di continuità produsse. [...]
Non ho nemici: il rinchiudersi viene cosí abolito.

Jacques Camatte
(Index)

I potenti si fiutano e capiscono al volo chi è della loro parte e chi no. Nello stesso 1967 l'insulso Traité de savoir-vivre à l'usage des jeunes générations di Vaneigem uscì nella prestigiosa veste delle edizioni Gallimard, mentre Debord a stento riuscì a pubblicare La Société du spectacle con le semisconosciute Éditions Buchet-Chastel....

Gianni Collu
(Conversazione privata, 2016)

 

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Inerme, ma in niente annientato
(Der christliche Epimetheus
Konrad Weiß)

 


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